domenica 16 aprile 2017

Accisa sulla Birra: "manovra da due centesimi"

Con il 2017 è arrivato il decreto che prede una aumento diminuzione delle accise per la nostra amata birra. Ora si pagano infatti 3,02 euro (invece di 3,04)euro per grado plato ogni 100l di mosto. Comunque circa il doppio di quanto si versava fino al 2013. A tutto questo si aggiunga l'iva che nello stesso periodo e passata dal 20% è al 22%.
La diminuzione comporta di sicuro un risparmio considerevole per le industrie, ma per i piccoli artigiani si tratta di pochi spiccioli. Ipotizzando una produzione di 1000 hl anno e stimando un plato medio di 12° significa risparmiare ben 240 (DUECENTOquaranta!!!) EURO. Mentre un produttore da 2 milioni di ettolitri (i big industriali italiani superano tale valore) si trova 480mila euro di risparmio (e di mancato incasso per lo stato). Anzi, se vogliamo fare i conti in tasca allo stato basta prendere i 17milioni di hl consumati ogni anno per capire che lo stato ha un gettito di circa 615 milioni di euro e che il comparto artigianale contribuisce per circa il 2% (12-13 milioni di euro).
Con questa manovra da "due centesimi",  inutile per i piccoli produttori, ma decisamente significativa per i grandi, lo stato sacrifica più o meno a 4 milioni di euro che, a mio dire, avrebbe potuto investire molto meglio nel settore agevolando l'occupazione e la crescita. Ad esempio abbassando l'accisa per i produttori al di sotto dei 5000hl/anno a 2,50 euro/hl avrebbe rinunciato ad una cifra comparabile dando però una bella mano a chi cerca di sviluppare al meglio il proprio microbirrificio, per altro suddividendo in maniera molto più equa e democratica lo sconto fiscale.
assolutamente
i miei migliori saluti birrari! Lelio

domenica 26 marzo 2017

Crowdfunding innovativo

Da un libro a un birrificio il passo è breve

Sì, lo so, il titolo con la parola in inglese non è il massimo, ma questa è una storia talmente curiosa e originale che scrivere “raccolta fondi popolare e innovativa” sicuramente non avrebbe sortito lo stesso effetto.
È il 3 marzo del 2015 quando Lelio sussurra all’orecchio di Lella, sua moglie da 30 anni: “Ho voglia di vederti sempre, di lavorare di nuovo insieme a te”. Ora, capirete che lei, più abituata a sentirsi chiedere se avesse pagato l’assicurazione dell’automobile o comprato gli yogurt al pistacchio, lì per lì resta senza parole, eppure, forse distratta da una fresca aria primaverile, annuisce con la testa. Il cosa fare è, da tempo, ben noto a entrambi: una produzione artigianale di birra e bibite, a Carrù, il loro paese di origine. Tuttavia un’attività commerciale di questo spessore richiede investimenti importanti che Lelio, autore di un libro dal titolo “Guida all’apertura di un microbirrificio”, conosce a menadito . Investimenti, ahimè, piuttosto al di là delle possibilità economiche dei nostri romantici protagonisti.
Lelio non è certo uno che si arrende e, così, inizia a sondare banche e imprenditori locali per cercare di mettere insieme il gruzzolo necessario. Che disastro! Da “Non è il momento di investire”, “Sì, ma non ora”, “Guarda tu che sfortuna: ho appena cambiato la barca!”, “Non ci sono le giuste garanzie”, alla migliore “A mia moglie la birra non piace le sue orecchie ne hanno dovute sentire di tutti i colori, e tra un incontro qui e una telefonata là, i mesi passano e il progetto sembra allontanarsi sempre di più. Ma Lelio pensa e ripensa, trascorrendo le notti sveglio a navigare su internet alla ricerca di concrete soluzioni. Passa più di un anno da quel sussurro all’orecchio. Poi un’idea si accende all’improvviso: folgorante, abbagliante, decisiva.
Il libro, i lettori del mio libro!- dice Lelio tra il confuso, il determinato e il delirante -chiedo aiuto a loro!-.
Nell’attimo dopo le sue dita ticchettano sulla tastiera del laptop mentre, con gli occhi, scorre la rubrica degli indirizzi e-mail apparsa sullo schermo.
Oggetto: apriamo un birrificio
Caro amico di birra,
ho un progetto, un’idea di cui vorrei farti partecipe.
Dopo tanti anni di birra artigianale, vissuti sotto molteplici aspetti, ho deciso, con la mia famiglia, di rimettermi in gioco e di ricominciare a “fare birra sul serio” (e non solo birra!). Per farla breve, sto seriamente valutando di aprire un birrificio. Non è certo questa la sede più opportuna per approfondire l’argomento, anzi, mi auguro che questa mail non sia fonte di disturbo, ma per far sì che questa valutazione si concretizzi e parta, anzi prosegua quanto fatto fino ad ora, sto cercando appassionati di birra interessati a finanziare l’impresa. Oltre al discorso puramente economico (i soldi, ahimè, sono indispensabili) sarebbe per me molto utile poter valutare collaborazioni commerciali o, ad esempio, Beer Firm. Unendo le nostre forze, le nostre idee e i nostri progetti possiamo creare qualcosa di importante.
Nel ringraziarti ancora per la fiducia nei miei confronti attendo con piacere, nel caso fossi interessato ad approfondire l’argomento, un tuo riscontro.
I miei migliori saluti birrari
Lelio legge e rilegge il testo ad alta voce, incespicando qua e là perché ancora stenta a crederci: il suo sogno potrebbe essere lì, nel piccolo movimento del dito indice sul mouse.
Basta un click e alle 23.10 del 21 aprile 2016, le mail vengono inviate.
Già nella notte arrivano le prime risposte: “Voglio saperne di più, chiamami!” scrive Andrea; “Ho un birrificio in Venezuela e vorrei tornare in Italia” dice Nicola; “Produrre birra è la mia passione” aggiunge Giovanni.
Nel volgere di una settimana, ben novantasei persone rispondono alla mail.
Lelio le contatta telefonicamente una ad una, esponendo la sua idea e inviando il progetto di impresa e i vari business plan. Inizia a viaggiare su e giù, e avanti e indietro, per l’Italia per gli incontri con gli “amici di birra”. Alterna momenti di grande euforia ad altri di mero sconforto, ma alla fine, dopo cinque mesi di consultazioni, la compagine sociale è definita. Otto sono i decisi, convinti appassionati sulla linea che è la stessa di un traguardo e di una nuova partenza.
Nasce Birra Carrù, di tre carrucesi come Lelio, Lella e la figlia Paola, ma anche di un milanese, due torinesi, un tortonese, un albese, un vercellese, un palermitano e uno svizzero.
Il racconto, certo, non finisce qui; anzi è proprio appena iniziato.
Neanche un litro di birra è stato ancora prodotto, ma il prologo di questa nuova storia che Lelio e Lella si apprestano a vivere è così bello da meritare un posto tutto suo nell’albo e nel cuore di chi sa ancora credere nei sogni.

domenica 8 novembre 2015

Guida all'apertura di un Beershop

Grazie all’attiva collaborazione di Marianna finalmente è disponibile la mia (nostra) nuova guida tutta dedicata all’apertura di un Beershop.
Sono oltre 100 pagine dense della nostra esperienza in campo birrario, vissuto sia a livello produttivo che nella tranquilla (si fa per dire) routine di bottega.
Il fatto che in alcune zone d’Italia, Roma in particolare, i beershop si stiano moltiplicando, non significa affatto che siano una fonte sicura di reddito ed ogni singolo caso fa un po’ storia a sé. Di certo il grande interesse che ha suscitato nell’ultimo decennio la birra artigianale sta favorendo la diffusione di un concetto di birra decisamente diverso, sia dal punto di vista qualitativo che dell’immagine con possibilità di creare nuove attività complementari e relativi posti di lavoro.
Occorre però avere la saggezza e la coscienza di avventurarsi in un mondo che, per quanto riguarda la sfera del business, è agli albori e che come tutti i settori neonati risente di variabili ed incognite che possono rappresentare incredibili possibilità di guadagno ma anche insuccessi clamorosi. E’ come se fosse una nuova corsa all’oro dove alcuni si arricchiscono o impoveriscono setacciando le acque di un torrente ed altrettanti si arricchiscono o impoveriscono vendendo setacci, picconi, coperte o altri generi complementari. g3043

clicca qui per acquistare la guida in formato PDF (E-Book stampabile)




martedì 27 ottobre 2015

porta la tua birra Halloween edition

Porta la tua birra Halloween edition

per gli appassionati della birra artigianale fatta in casa

Farsi la birra in casa, una passione che si sta diffondendo anche nella nostra provincia dove operano alcuni tra i più bravi birrai italiani.

Porta la tua birra è il tradizionale evento per Homebrewer e appassionati per confrontarsi, provando le proprie produzioni e chiacchierare. Nell'occasione assaggeremo la birra prodotta durante l'ultimo corso organizzato al Giratempopub. Lelio Bottero e Alessandro Somà i docenti saranno presenti alla serata, ospite d'onore saranno la giornalista Paola Gula esperta degustatrice e la "HP", la birra alla zucca del Giratempo.

Venerdì 30 ottobre dalle 20,30 al giratempopub di S.Albano Stura (CN) sulla rotonda della circonvallazione Barbero
porta la tua birra "Halloween edition"


per info e prenotazioni paola@giratempopub.it 0172.67568

martedì 20 ottobre 2015

la birra nel bicchiere

A canna di certo no, nella “plastica” tanto meno, ma la ricerca spasmodica e spesso insensata del bicchiere “perfetto” mi pare che ci stia portando lontano dall’emozione principale che la birra mi deve trasmettere, ovvero “il piacere di berla”. Ho sempre guardato con malcelata invidia gli esperti sommelier del vino roteare, annusare, e poi degustare a piccoli sorsi per concludere il tutto con un bello “sputo” nell’apposita sputacchiera. E poi giù di descrizioni ardite, “terreno argilloso” ,”esposizione a nord est”, “malolattica controllata”, “sentori di vaniglia misti a sella di cavallo”, “viola raccolta in primavera”…e così via! Sarà che la birra io non la sputerei mai (beh insomma se proprio è una schifezza può succedere) ma un bel bicchiere di vetro a calice, fatto bene, e sul “fatto bene” ci ritorno tra qualche riga, è tutto quel che mi serve per godermela senza arrischiare poesie e suscitare l’ilarità dei presenti. Al massimo mi lancio in descrizioni riguardanti i profumi del luppolo, il fruttato degli esteri dovuti alla fermentazione, delle eventuali spezie, la dolcezza del malto, la leggera acidità del frumento e poi l’amaro erbaceo, oppure legnoso, le note di tabacco, uh quante cose si possono sentire e raccontare sulla birra che, per questo aspetti ,non è certo seconda al vino. Ma torniamo al bicchiere “fatto bene”, che deve essere lo strumento per assaporare al meglio la birra, un fedele servitore che nulla toglie e nulla aggiunge alla mia schiuma ed alle mie bollicine. Queste, schematicamente le caratteristiche ideali.
Per un bevitore
  • Perfettamente trasparente, in modo da non modificare il colore della birra
  • Dalle linee curve, senza “spigoli”. Gli “spigoli”, specialmente dove appoggio le labbra li trovo fastidiosi
  • Ben equilibrato sia da pieno che da mezzo vuoto, in modo da non costringermi a giochi di equilibrio ogni volta che lo prendo e lo riposo sul tavolo.
  • Con un vetro del giusto spessore, ne troppo fine (tipico dei calici da vino bianco) ne troppo spesso (come i boccali da birra)
  • Che ci stia il naso! Nei calici troppo stretti la mia “canappia” proprio non ci entra
  • Con una “pancia” evidente, ma non troppo pronunciata per evitare che mi si “sgasi” troppo la birra prima di arrivare alla fine, con conseguente abbattimento prematuro della schiuma
  • Sia italiano, perché una mano alla nostra economia è sempre giusto darla
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Per un gestore publican o organizzatore di eventi
  • Robusto e affidabile, che non si rompa al minimo urto o durante l’asciugatura e non si scheggi, i bicchieri costano!
  • Che entri bene nella lavabicchieri ed abbia una forma che ne consenta un lavaggio ottimale
  • Mantenga la trasparenza a lungo, senza opacizzarsi dopo pochi lavaggi
  • Ben equilibrato, in modo da agevolare il servizio ai tavoli con i vassoi
  • Abbia e mantenga la “giusta” schiuma, consentendo la corretta inclinazione durante la spillatura
  • Disponibile in almeno due misure, la “media” e la “piccola”
  • Sia elegante, in modo da valorizzare la birra ed anche tutto il contesto in cui la si beve
  • Entri con facilità nelle “pochette da collo” per utilizzarlo durante gli eventi
  • Costruito in un “unico pezzo” senza steli incollati
  • Facile ed economico da personalizzare, sia in serigrafia che a laser
  • Abbia un prezzo di acquisto allineato alle quotazioni di mercato
  • Non vi sia l’obbligo di acquistarne migliaia di pezzi
Un bicchiere di questo tipo avrebbe un solo nome “UTOPIA” se non fosse per un pacchettino con 4 calici “crafty” checrafty il postino mi consegnò 15 giorni orsono, con una letterina riportante un’unica parola ! Provaci.
Io non so quanto altri “pacchettini” di questo tipo siano in giro, ma gli oggetti che mi sono ritrovato a “provare” riassumono esattamente i punti di cui sopra. Si tratta di un calice che mi da quello che cerco, il piacere di bermi la mia birra con lo strumento migliore per farlo ed il suo nome (che mi ricorda non a caso quello di un obbiettivo Pentax!) significa “furbo”. Si confermo! è un bicchiere “furbo”, ricco di innovazione e di quei piccoli accorgimenti in grado di renderlo gradevole e utilizzabile senza difficoltà anche dall’utenza professionale più esigente.
altre info cliccando qui

giovedì 9 ottobre 2014

corso produzione Birra 8 novembre

Corso Produzione Birra Sabato 8 Novembre 2014

di admin — Categorie: Uncategorized — Lascia un commento — Modifica

Corso birra

Per chi vuole imparare o perfezionare le proprie tecniche ecco il corso “Birra fai da te”. Una giornata full immersion utile e divertente.

ll corso comprende  il pranzo
si richiede un minimo di 10 iscritti

Prossimo Corso Sabato 8 Novembre 2014

ISCRIZIONE AL CORSO

8 novembre corso produzione Birra



Impariamo a fare la Birra in casa
Costo 60 Euro, pranzo compreso
Sabato 8 Novembre Giratempopub S.Albano Stura –  Cuneo
Fino alla fine degli anni 90, complice anche una legislazione molto restrittiva la produzione hobbystica e casalinga della birra era relegata a pochi adepti. Veri pionieri che, spulciando rari e antichi testi, per lo più in inglese, armeggiavano con pentole, filtri di carta e grossi secchi riempiendo le cantine ed i garage con improbabili bottiglie sempre sul punto di esplodere. In Italia non si reperiva quasi nulla per cui era obbligatorio acquistare le materie prime all’estero Le attrezzature principali erano spesso rubate all’enologia, mentre la maggior parte del lavoro era lasciata all’inventiva ed all’improvvisazione. Ma i tempi cambiano ed oggi il “farsi la birra in casa” è fonte di grande soddisfazione e sicuramente alla portata di tutti. Le materie prime e le attrezzature sono facilmente reperibili e con costi assolutamente accessibili. Serve certo un po’ di impegno e di passione, ma il piacere di dire “l’ho fatta io”, magari impiegando il luppolo del proprio orto o il grano coltivato in giardino, ripaga degli sforzi.
Per imparare o migliorare si organizzano corsi ed incontri, come quello che si terrà il 8 Novembre al Giratempopub di S’Albano Stura, dove si toccherà con mano una produzione “all grain” con Luigi Cagioni, mastro birraio del Birrificio Kauss e Lelio Bottero autore del libro La Birra Fatta in Casa
Info e prenotazioni
contatti    017267568

corso birra